Una vez paseando por una de las callejuelas de Rosazza, en
los Alpes bieleses, encontré en un callejón oscuro un curioso comercio en el que
se vendían extravagantes objetos de artesanía local, a mitad de camino entre una tienda
de souvenirs para turistas y un pequeño supermercado con también funciones de modesta farmacia.
Atraído por una magia difícil de explicar decidí entrar y
echar un vistazo.
El propietario de la tienda, un señor bajito con gafas
doradas y barba que vestía una bata blanca, me saludó distraídamente y
siguió apuntando cosas en un cuaderno.
Mientras me encontraba ensimismado ojeando un libro antiguo
que contenía viejas fotografías del lugar entró en la tienda una señora mayor
vestida toda de negro que, sin mediar palabra, se subió a una destartalada báscula
que estaba colocada en un rincón. Tras unos segundos de espera la mujer cogió
su billete con el resultado de su peso y dijo en voz alta “¡Treinta y cinco!”.
Abrazó al dependiente y se marchó.
Extrañado ante este acontecimiento singular decidí acercarme
a la báscula que, evidentemente, estaba estropeada y justo en ese momento entró en el local un escalador cargado con su enorme mochila y se subió a la báscula. “Veintiséis”
exclamó en voz alta. Abrazó también al dependiente y sin mediar palabra se
marchó.
“Puede usted utilizar la báscula, si le apetece…” me dijo en
ese momento el señor de las gafas doradas, intuyendo mi sorpresa.
“No creo que sea necesario” dije a modo de respuesta. “Es
evidente que la báscula está estropeada. Marca unos pesos que carecen de sentido”.
“En realidad la báscula funciona estupendamente. Lleva años
acertando con extremada precisión” respondió muy sereno el propietario de la
tienda. Y en ese momento me pareció que sus ojos brillaban de un modo especial…
“Pero es evidente que la señora de antes no puede pesar sólo
treinta y cinco kilos, ni que el escalador de hace un momento tenga un peso de tan
solo veintiséis, alto y fuerte como era, ¡y además cargado con la enorme mochila!…
Es ridículo” afirmé con decisión.
“¿Y si yo le dijera que la báscula no indica el peso de las personas?” prosiguió muy tranquilo el señor de la bata blanca. “La báscula fue diseñada para indicar el número de abrazos que la persona que se sube en ella necesita durante el día.”
Adivinando mi sorpresa, prosiguió. “La señora que entró en primer lugar perdió a su marido la semana pasada, por eso necesita un número muy elevado de abrazos y cariño, y el joven escalador que ha visto hace un momento inicia hoy una travesía en solitario por los Alpes y por eso necesita muchos abrazos y mucho cariño”.
“En realidad hay que ser muy valiente
para subirse a esta báscula, ¿se atreve usted?” me desafió con ese mágico brillo en los ojos..
Y me atreví.
Abracé al curioso señor de la barba y me
marché dando las gracias.
Años después volví a Rosazza y busqué de nuevo la curiosa
tienda.
Busqué por los callejones a la luz del tenue sol del
invierno alpino y pregunté a todas las personas que encontré en mi camino, pero nadie había oído hablar nunca de esa tienda, ni de una báscula que marcaba con
precisión matemática el número de abrazos que una persona necesitaba…
Probablemente lo soñé todo, pero quien ha estado alguna vez en
Rosazza sabe que ese pueblo es mágico y que allí, rodeado de inmensas montañas
y castillos de cuentos de hadas, la magia sin duda es posible.
Yo, por mi parte, todavía hoy sigo abrazando a todas las
personas que necesitan un poco de cariño.
Marcelo Morante
3/VI/2021
LA BILANCIA DI ROSAZZA (Versione in italiano)
Passeggiando per
una delle stradine di Rosazza, nelle Alpi Bielesi, ho trovato per caso in un
vicolo buio un luogo davvero curioso dove si vendevano stravaganti prodotti di
artigianato locale, un locale a metà cammino tra un negozio di souvenir
turistico e un piccolo supermercato con funzioni anche di modesta farmacia.
Attratto da una
magia difficile da spiegare, decisi di entrare e dare un'occhiata.
Il proprietario
del negozio, un uomo basso con gli occhiali d'oro e la barba, indossava un
camice bianco, mi salutò distrattamente e continuò a scarabocchiare su un
taccuino.
Mentre ero
assorto a guardare un vecchio libro che conteneva vecchie fotografie del luogo,
una donna anziana tutta vestita di nero entrò nel negozio e, senza dire una
parola, salì su una bilancia traballante che era stata riposta in un angolo.
Dopo alcuni secondi di attesa, la donna prese il biglietto con il risultato del
suo peso e disse ad alta voce "Trentacinque!". Abbracciò l'impiegato
e se ne andò.
Sorpreso da
questo evento singolare, decisi di avvicinarmi alla bilancia, che ovviamente era
danneggiata, e proprio in quel momento uno scalatore carico del suo enorme
zaino è entrato nel locale ed è salito sulla scala. "Ventisei!"
esclamò ad alta voce. Abbracciò anche lui l'impiegato e senza dire una parola
se ne andò.
"Può usare
la bilancia, se vuole..." mi disse in quel momento l'uomo con gli occhiali
d'oro, intuendo la mia sorpresa.
"Non credo
sia necessario" dissi io per tutta risposta. “È evidente che la bilancia è
danneggiata. Segna pesi che non hanno nessun senso”.
“Veramente la
bilancia funziona alla grande. Ormai é da anni che ne segna sempre con precisione”,
rispose molto serenamente il titolare del negozio. E in quel momento mi sembrò
che i suoi occhi brillassero in un modo molto speciale...
“Ma è evidente
che la signora di prima non può pesare solo trentacinque chili, né che lo
scalatore di un attimo fa possa pesarne soltanto ventisei alto e forte com'era
e anche carico del gigantesco zaino! ... È ridicolo " affermai con
decisione.
“E se le dicessi
che la bilancia non indica il peso delle persone?" continuò con molta
calma il signore in camice bianco. "La bilancia è stata progettata per
indicare il numero precisso di abbracci di cui la persona salita su di essa ha
bisogno durante il giorno".
Indovinando la
mia sorpresa, continuò. “La signora che è entrata per prima ha perso il marito
la scorsa settimana, ed è per questo che ha bisogno di un numero altissimo di
abbracci e di tanto affetto, e il giovane scalatore che ha visto un attimo fa
inizia oggi un viaggio in solitario attraverso le Alpi ed è per questo che ha
bisogno di tanto abbracci e affetto”.
"In realtà
ci vuole molto coraggio per salire su questa bilancia, ne ha il coraggio?"
Mi ha sfidato con quello scintillio magico nei suoi occhi.
E ho osato.
E poi ho
abbracciato il curioso ometto con la barba e me ne sono andato ringraziandolo.
Anni dopo sono tornato a Rosazza e ho cercato di nuovo il curioso negozio.
Ho perquisito i
vicoli alla luce del fioco sole invernale alpino e ho chiesto a tutte le persone che ho trovato sulla
mia strada, ma nessuno aveva mai sentito parlare di quel negozio, o della bilancia
che segnava con precisione matematica il numero di abbracci di cui una persona
aveva bisogno...
Probabilmente ho
sognato tutto, ma chi è stato almeno una volta a Rosazza sa che questo paese è
magico e che lì, circondato da montagne immense e castelli da favola, la magia
è certamente possibile.
Io, da parte mia,
ancora oggi abbraccio tutte le persone che hanno bisogno di un po' d'amore.
Marcelo Morante
3/VI/2021
Precioso... Pero me surge la curiosidad.. Cuanto pesó el cuentista?... Ah! Mejor no limitar, ni cuantificar... Que sea el azar provocado del momento el que dicte abrazar...
ResponderEliminar